La scienza dei sensi

INNOVAZIONITE

La scienza dei sensi


Interpretare le emozioni per creare auto migliori. Mazda Stories incontra il professore di psicologia che aiuta il team degli artigiani Mazda a comprendere la mente umana.

Da tempo ormai gli psicologi assistono gli atleti da competizione di entrambi i sessi per potenziarne le prestazioni. Ora, però, gli studiosi stanno estendendo la loro influenza al mondo delle auto, grazie a Mazda. La casa giapponese è una nota leader nell’ingegneria kansei, vale a dire nello sviluppo di tecnologie atte a stimolare i sensi dei conducenti per rendere più piacevole la guida, avendo iniziato le ricerche in questa disciplina negli anni ‘80.

Dal 1999, la responsabilità dell’ingegneria kansei presso Mazda è affidata al Gruppo di sviluppo artigianale creato da Nobuyuki Fukui e dal suo team per consolidare il lavoro degli artigiani takumi. Tuttavia, con l’ultima generazione di auto Mazda, l’ingegneria kansei ha raggiunto un nuovo livello di innovazione grazie a Kenta Kubo, professore universitario di psicologia, che dal 2014 collabora con gli artigiani Mazda spiegando loro come le emozioni umane possono aiutarli a svolgere al meglio il loro lavoro.

Asami Yonezawa, ingegnere
Kenta Kubo, professore universitario di psicologia

L’ingegnere Asami Yonezawa ci racconta la storia. Yonezawa svolge un ruolo chiave nel lavoro pionieristico di Mazda allo shokkaku, ovvero il senso del tatto, ma a un certo punto ha notato un problema riguardante un volante a cui stava lavorando. Dice: “Avevamo capito che il pellame sarebbe potuto essere migliore. E questo mi ha fatto riflettere sul senso del tatto. Cosa costituisce una buona sensazione tattile? E come si può misurare qualcosa di così soggettivo?”.

Nemmeno a farlo apposta, anche Fukui si stava ponendo la stessa domanda, e aveva deciso di contattare Kubo. “Quando Fukui mi chiese di collaborare con il suo team mi immaginavo che fosse una catena di montaggio, e non riuscivo a immaginarmici”, ammette Kubo con un sorriso. Oggi Kubo fa regolarmente visita a Mazda e lavora con ben 16 artigiani giapponesi.

Ricorda: “Yonezawa aveva realizzato il suo prototipo di volante e aveva capito che il tatto poteva essere associato a emozioni umane. Il mio compito consisteva nell’introdurre una metodologia per misurare accuratamente le emozioni”. E come fu il primo impatto fra il ricercatore accademico e i laboratori Mazda? Yonezawa, che ha un’affinità naturale con Kubo, scoppia a ridere. “Incredibilmente difficile. Non avevamo idea di cosa stesse parlando”.

Asami Yonezawa, che ha lavorato allo sviluppo di un volante, ammette che le idee di Kubo erano iniziamente poco facili da capire
I suggerimenti del professore universitario Kenta Kubo (a sinistra) stanno influenzando
il modo in cui sono sviluppati i comandi delle auto Mazda

”L’impatto fu incredibilmente difficile. Non avevamo idea di cosa stesse parlando.”

Asami Yonezawa

Kubo concorda: gli artigiani dovettero affrontare una curva di apprendimento davvero molto ripida: “L’emozione non era una parola presente nel vocabolario degli ingegneri, quindi avevano tutti difficoltà a comprendere”. Kubo si rese presto conto che il modo migliore per trasmettere il suo messaggio era creare un prodotto da mostrare al gruppo, quindi si affidò a uno degli ingegneri Mazda.

“Realizzai questo”, dice, indicando un pezzo di plastica quadrato. “È un interruttore. Nelle auto Mazda ci sono circa 70 interruttori. E la sensazione tattile di un interruttore è molto importante: è un segno di abilità artigianale”. Ci volle un anno e mezzo prima che Kubo si dichiarasse soddisfatto: non gli bastava la sensazione del “click click” elogiata da altri nel settore: voleva un interruttore che offrisse una sensazione più dinamica e vitale.

La chiave di volta, tuttavia, fu la sua spiegazione di ciò che stava cercando di ottenere. Le emozioni, secondo Kubo, sono sempre una conseguenza di cambiamenti fisici. Per esempio, non piangiamo perché siamo tristi, ma siamo tristi come effetto del pianto. Quindi, applicando questo pensiero all’interruttore, se se ne poteva misurare lo stato fisico, si potevano anche monitorare i cambiamenti emotivi nell’utente. Ecco la rivelazione. “Il team comprese che avevo colpito nel segno. Non era solo una teoria astratta. Ci eravamo riusciti: potevamo instillare diverse emozioni nei nostri prodotti”.

Da quel momento in poi, il legame tra Kubo e gli artigiani Mazda si consolidò significativamente: insieme, seguendo il modello circonflesso delle emozioni di Russell, decisero quale emozione avrebbero dovuto trasmettere gli interruttori e i comandi Mazda. Spiega Kubo: “Ciascuno ha una diversa percezione del tatto. Ecco perché abbiamo utilizzato questo modello: per stabilire la forza necessaria per ottenere una risposta positiva”. Il grafico a fianco mostra l’intervallo dei valori possibile. Poiché la visione di Mazda consiste nel creare auto che rendano la vita più piacevole, cercarono di ottenere un utilizzo particolarmente gradevole e rassicurante.

The Circumplex Model of Affect  

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Trovare il giusto equilibrio fra il troppo reattivo e il troppo controllato non è stato affatto facile. E quale sarà il prossimo passo? La coerenza è fondamentale. “Intendiamo applicare questo concetto all’auto nella sua totalità. Stiamo studiando come sfruttare i sensi per incoraggiare le persone a mettersi al volante”.


Storia Kate Klippensteen, Fotografia Eric Micotto

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